La maggior parte del nostro tempo sviluppiamo software semplici da usare e orientati all’utente. Quando non lo facciamo ci formiamo su quello che potrebbe migliorare il nostro lavoro, e di tanto in tanto… rilasciamo interviste!
A&RT è una rivista storica, nel senso pieno del termine: fondata a Torino nel 1867, la pubblicazione che raccoglie (oggi online) gli atti e la rassegna tecnica della Società degli Ingegneri e degli Architetti di Torino, è giunta infatti al suo 155esimo anno. In pratica, è soltanto sei anni “più giovane” dell’Italia come la intendiamo oggi…
L’ARTICOLO
L’articolo che ci vede protagonisti ha come titolo “Ripensare le professioni politecniche: dalla pratica alla formazione?” ed è stato redatto da Caterina Quaglio ed Elena Todella, ricercatrici (rispettivamente in Composizione Architettonica e Urbana ed Estimo e Valutazione) al Politecnico di Torino.
Per realizzare l’articolo, le ricercatrici hanno intervistato professionisti di otto diverse realtà torinesi (e non solo, essendoci anche uno studio di Londra e un nucleo tecnico di Roma).
La prima parte dell’intervista era basata sull’interdisciplinarietà e su come le nostre differenti conoscenze si applicano al nostro lavoro, e qui abbiamo spiegato che, grazie anche alla nostra formazione comune, ci poniamo l’obiettivo di mediare ogni cosa, dal processo di lavoro alle relazioni con i clienti. Anche lo sviluppo dei nostri software e delle features che li caratterizzano passa dalla mediazione, che attuiamo correggendo man mano eventuali incompatibilità fra le parti. Del resto è la somma delle piccole componenti che dà vita a tutto.
DEM Future intervistati nella rivista “A&RT”
Abbiamo poi spiegato come il nostro percorso di studi in Architettura al PoliTO sia servito, più che a diventare progettisti di edifici, a “costruire” quelle soft skills che poi ci servono anche per distinguerci dalla concorrenza nel nostro lavoro di sviluppatori full-stack. Due esempi? La cura che riponiamo nell’impaginazione e quella che mettiamo nella comunicazione.
L’ultimo concetto su cui abbiamo puntato, forse il più importante, perfettamente riportato dalle autrici dell’articolo, è stato quello della nostra continua ricerca del compromesso fra discipline e saperi differenti e solo apparentemente opposti fra loro come quelli umanistici e quelli tecnico-scientifici.
Un compromesso che non intendiamo come un passo indietro bensì come la giusta commistione tra il linguaggio matematico dei computer e quello “architettonico” delle persone: l’ABC del nostro lavoro.
Un ringraziamento alle ricercatrici Caterina Quaglio ed Elena Todella! Se non hai ancora letto l’articolo con la nostra intervista, puoi farlo qui!